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Romano Botti è un architetto e artista italiano. Nasce a Udine e, negli anni giovanili, conosce e frequenta gli architetti e artisti che operano nella sua bella città. 

Carlo Scarpa, Gino Valle e, per alcuni anni, Marcello D'Olivo lo sostengono nei suoi studi a Venezia, all’Istituto Universitario di Architettura (I.U.A.V.) che, proprio in quegli anni, Giuseppe Samonà stava trasformando nella più prestigiosa scuola d'architettura d'Europa.

Laureato col massimo dei voti con una tesi sulla "Città Nuova" diventa assistente di Giuseppe Samonà di cui è precedentemente stato discepolo.
I suoi grandi maestri ispiratori a quei tempi sono Le Corbusier e Frank Lloyd Wright. 

Le prime opere architettoniche le realizza a Modena dove è chiamato a progettare una struttura avanzata e rivoluzionaria: la scuola elementare di Campogalliano. 

Dopo una felice esperienza a Cuba come progettista delle infrastrutture viarie dell'Avana e di tutta l'isola, riprende il lavoro di pittura.

Di nuovo a Modena realizza, tra i vari progetti pubblici e privati, le Torri Residenziali di via Morane (strutture piramidali che costituiscono un forte segno urbano), la Residenza Protetta per Anziani di Castelfranco e Casa Bicocchi, tutti edifici estremamente innovativi.

Esperienza importante è  la ricostruzione del paese terremotato di Balvano in Basilicata (con la collaborazione dell'architetto Kalina Eibl che lo affiancherà anche in altre opere successive) dove perfeziona la tecnica del cemento faccia a vista.

In seguito si trasferisce a Cesena dove realizza la Casa per i Giovani "L'Arca" e la nuova "Casa Protetta per anziani R.O.I.R." e dove sperimenta, per la prima volta, l'utilizzo del calcestruzzo mescolato al marmo rosso Verona che dà alle superfici un caratteristico colore rosato.

Parallelamente all’attività di architetto progettista, Romano Botti porta avanti la sua attività di pittore artista con le “Visioni di una città futura” che si concretizzano in grandi tavole con prospettive estreme dai colori vibranti che vengono esposte nei vari istituti di cultura europei.

Riguardo alla “Città Futura” Botti dice: “L’immagine della “Città Futura” si ispira allo studio dell’opera di Sant’Elia di cui ho percorso e condiviso gli stessi ideali di invenzione. Ho voluto liberarmi da ogni schematismo accademico per rivendicare spazi e luoghi di una città concepita come un organismo unitario, volto a consentire una vita felice ai futuri abitanti in una società nuova. Una società ispirata a valori fondamentali quali la solidarietà, la fratellanza, la libertà. Anche nel segno dell’architettura ho inteso esprimere un’energia creativa al servizio del raggiungimento di una comunità umana finalmente liberata dai mali che la affliggono e condizionano limitandone la creatività” 

Altrettanto interessante è il progetto di “rivalutazione artistica di materiali umili”, che va avanti dal 2000 fino ad oggi, in cui v’è la trasformazione di oggetti di uso comune in elementi di arredo. Ecco che, quindi, semplici vasi in coccio diventano opere d’arte, scatole di cartone vengono dipinte per ospitare libri e oggetti, e anelli di cartone diventano talismani.

Dal 2005 al 2010 Botti opera a Varsavia in Polonia dove costruisce alcuni edifici pubblici importanti (fra cui l'edificio per uffici per la Indykpol in U.L. Olkuska), alcune prestigiose ville private ed è invitato ad esporre le sue opere pittoriche all'Istituto Italiano di Cultura di Varsavia.

Attualmente Romano Botti risiede a Udine dove vive ed opera.

 

BIOGRAFIA

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